La Selezione del Personale, è cosa assolutamente non semplice né banale, il più delle volte rappresenta per gli HR un vero e proprio problema che può addirittura provocare degli attacchi di ansia più o meno importanti. Tu che nei hai sicuramente gestite diverse decine sai benissimo che nel momento in cui si apre una ricerca per te inizia un bel percorso ad ostacoli che termina quando finalmente il candidato ideale viene individuato.

Albert Einstein diceva: “Se si chiude una porta, si può aprire di nuovo, perchè di solito è così che funzionano le porte”. Questo pensiero semplice mi viene sempre in mente tutte le volte che accetto di occuparmi di una selezione per una nuova figura da inserire in un contesto lavorativo. E’ vero le porte sono fatte per chiudersi e poi riaprirsi; quando concludi felicemente una selezione la porta si chiude , tutti noi poi però speriamo che non si riapra, almeno per la ricerca di quella stessa figura.

Tornando all’ansia da selezione, solitamente nel momento in cui l’HR trasferisce al recruiter le informazioni necessarie, lo fa senza nascondere l’ansia che lo pervade , di conseguenza non sempre riesce a dare l’esatta descrizione del profilo che nella sua mente esiste ed è perfetto, come se si fosse già prefissato perfino il colore degli occhi e l’altezza del candidato ideale. Apparentemente, per noi, che cerchiamo ­e siamo i primi artefici della selezione,
quanti più dettagli riceviamo  tanto più semplice sarà la ricerca. Questo è vero solo in parte, e mi spiego: Il tipo di HR che ha già visualizzato mentalmente il perfetto collaboratore, prima ancora di visionare la rosa che noi abbiamo selezionato per la sua azienda, non si trova nella posizione più adatta a valutare senza pregiudizi le nostre offerte, ciò che potrebbe rivelarsi controproducente per l’HR stesso. E’ come se il suo immaginario cercasse, come il principe Azzurro di Cenerentola chi potesse calzare la famosa scarpetta di cristallo.

Spesso quindi il nostro HR pressato da chi gli ha commissionato la ricerca , che gli sta col fiato sul collo trasferisce a sua volta la sua agitazione e la sua fretta a chi si occupa della selezione che cerca di fare del suo meglio per trovare il proprietario della scarpetta . Ecco allora frequenti e concitate telefonate in cui il nostro Responsabile sollecita la presentazione – almeno quella – di alcuni profili per poter placare l’agitazione ed il nervosismo del suo Capo Funzione o chi per esso, e-mail brevi e nervose in cui si richiedono news relative all’andamento della selezione, ecc…. Il buon recruiter fa del suo meglio e quando finalmente, non senza aver, per osmosi, assorbito un pochino di ansia trasmessa dal suo interlocutore, riesce a presentare un gruppo sceltissimo di nominativi, tutti con colore di occhi ed altezza desiderati, come dire tutti, ma proprio tutti estremamente preparati e validi,  per l’HR non vanno bene; insomma per un motivo o per l’altro nessuno riesce a calzare la famosa scarpetta di cristallo.

Come mai si chiederà il lettore?

L’esperienza maturata in tanti anni nel campo HR mi ha insegnato che in realtà in questo tipo di situazione i candidati, potrebbero andare più che bene ma è altrettanto vero che quello che l’HR immagina come il perfetto candidato per quel ruolo, non coincide con l’idea che si è fatto dello stesso candidato il suo committente. L’ansia in questo caso la fa da padrone ed impedisce un corretto trasferimento di informazione tra gli addetti ai lavori, recruiter compreso! Quindi: pronti, partenza e via!!!! Si deve ricominciare tutto da capo con ulteriore perdita di tempo da parte di tutti e con il povero HR in preda ad attacchi di gastrite nervosa. A parte gli scherzi, si tratta di una situazione tipica, piuttosto frequente, che nuoce a tutti gli interlocutori in campo. Per l’HR, che deve rispondere alla proprietà dei suoi risultati,  trovarsi senza una risposta valida alle necessità aziendali rappresenta una perdita di tempo  che si ripercuote su tutti (in primis sul suo stesso ufficio); per i candidati selezionati che rimangono in sospeso magari per un lungo periodo , per chi si occupa di selezione, in quanto si deve ricominciare tutto da capo!

E poi, cosa di non poco conto, a volte l’HR preso dall’ansia da selezione, potrebbe perdere dei brillanti candidati solo perchè non è in grado di distinguere tra la propria immaginazione e gli effettivi aspetti salienti necessari per coprire quel ruolo.

Quindi un consiglio ai nostri cari HR: al momento di attivare una nuova selezione un bel respiro profondo e avanti tutta ma con calma e serenità. Il candidato ideale esiste, qualcuno di sicuro ve lo troverà e soprattutto eviterete di imbottirvi di pasticche per la vostra fastidiosissima gastrite.

 

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